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Immagine del redattoreClaudia Fofi

Musica per non litigare

Aggiornamento: 20 apr 2023

Non volevo litigare con lui, quella volta. Davvero, non volevo. Ero così felice. La nostra casa grande, tutte quelle persone venute lì per sentirmi cantare. Mi pareva di esistere di più, se potevo cantare, mi pareva che lui potesse amarmi di più. Mi sono arrabbiata perché non l'ho visto nel pubblico. Lo cercavo. Volevo sorridergli, volevo ricevere il suo sorriso. Abbiamo litigato, alla fine. Quante stupidaggini. Non è che poi ci siano state tante occasioni. La mia pelle quando cantavo diventava un sole, illuminava tutto. Sollevare mia figlia in aria non mi pesava più sulla schiena come sempre. Per qualche giorno sapevo volare. Sapete quel film, Mary Poppins, quando ridono a crepapelle e si alzano in aria col tavolo e tutto? Ecco. Some other time, forse. Ma poi non è mai così. Non per noi due. Mi sono arrabbiata, certo. Ma non volevo litigare. Non ho mai voluto litigare. Ho cantato questa canzone, tra le altre, quella sera. Con Giovanni Palombo, che non si convinceva a metterla nel repertorio, non gli piaceva. Io invece la trovo di una bellezza cristallina, specie quando la canta Monica Zetterlund con Bill Evans. Non una nota in più, non un'espressione in più nel viso rilassato. Chissà se gli svedesi soffrono come noi di passioni amorose. Non so molto della Svezia, ma mi piaceva molto Karen Blixen, e lei era una che amava parecchio. E Bergman pure. Bergman mi faceva anche ridere a sua insaputa, con quelle lentezze al microscopio di relazioni in frantumi. Avevo un corteggiatore spagnolo tanti anni fa, quando sono andata a Salamanca per fare l'Erasmus. Fumavano tutti un sacco di canne e guardavano i film di Bergman sparandosi le pose. Siccome gli avevo raccontato che mi piaceva Kafka mi faceva trovare il soggiorno pieno di libri di Kafka in bella vista. Il processo, La metamorfosi, Il Castello. Molto kafkiano. Io però quella volta mi sono messa col suo amico pittore che mi chiamava bicho. Mi bicho. Ma questo non c'entra. Anche se ha a che fare con Bergman e quindi con gli svedesi. E con un modo di cantare fermo, glaciale, che nasconde le passioni, le lascia solo intravedere.

Mi sono persa, nel frattempo. Ascoltando Some other time.

Lui non mi ha vista cantare quella sera a casa nostra, quando ero bella come un fiore maturo, poco prima di cominciare a invecchiare. In compenso nel pubblico c'era una sua vecchia amante. Vecchia proprio nel senso dell'età. Avrà avuto una settantina d'anni e lui l'amava quando lei ne aveva cinquanta e lui venticinque. La vecchia amante si era avvicinata a me dopo il concerto e mi aveva detto, con l'aria di una borsa di cuoio indurito dimenticata nell'armadio: adesso ho capito perché ti ha sposata.

Some other time è una canzone per non litigare, non litigare mai. E' stata composta nel 1944 da Leonard Bernstein per il musical On the town.

Una versione stupenda è quella cantata da Tony Bennet.

Il testo a un certo punto dice:

Just when the fun is starting

Comes the time for parting

But, let's just be glad for what we had

And what's to come


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