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  • Immagine del redattoreClaudia Fofi

La costruzione

Ma come si fa. Come si fa a trovarsi in un paesino del sud, con la luce caldissima nei capelli alle sei del pomeriggio. Come si fa a entrare in un negozio di dischi come non ce ne sono più. E nell'aria sentire una musica così. Cosa ascolti? Chiedo al negoziante. Lui era bello. Poteva essere l'uomo della mia vita, davvero. Scambiammo più di una parola, mentre il mio fidanzato mi aspettava fuori da qualche parte, lontano dal negozio di dischi. Io in realtà volevo restare nel negozio di dischi. Volevo non essere fidanzata come al solito. Volevo sparire in una vita al sud Italia nel negozio di dischi tra i vicoli vicino al mare. Così non fu. Lui mi disse che quella musica era di Chico Buarque e la canzone si intitolava Construção. L'ascoltava con un giradischi. Quando la canzone finì, alcuni minuti dopo, il negoziante mi disse “la rimetto” e andò ad appoggiare la puntina. Stavo lì accanto al bancone cercando senza trovarlo un motivo per uscire. La canzone viene costruita combinando le parole e le frasi in modi diversi ad ogni strofa in un crescendo emotivo che finisce sempre con la morte di un uomo che esce la mattina per andare al lavoro e non torna più a casa. Io non lo so quante volte ho ascoltato Construção di Chico Buarque. Mi sono fatta quasi schifo. La vita è piena di attimi illogicamente legati da apparenti trame. Oppure è un fatto di trame logiche legate apparentemente in attimi. La trama è che lui muore ogni volta, non c'è niente da fare, la canzone inchioda il finale per sempre. Poi sono uscita, il negozio è sparito dietro di me, il sole è calato, ho raccontato al mio fidanzato di questa canzone, spiegando per filo e per segno il testo e omettendo il mio innamoramento per il negoziante.

(Una volta all'improvviso, Bertoni Editore 2023)


Ascolto: Chico Buarque, “Construção”






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