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Immagine del redattoreClaudia Fofi

La direttrice artistica

Cosa fa una direttrice artistica tra un evento e l'altro? Riordina il casino che si accumula in casa, stira, risponde alle mail, prende appuntamenti per sistemare il colore dei capelli che non va mai bene, ipotizza lifting e poi subito dopo ipotizza capelli bianchi, rughe copiose e chissenefrega, si iscrive in piscina per fare l'acqua gym ma sbaglia corso e si ritrova a pedalare ascoltando Moviendo las caderas e sentendo in effetti che las caderas si muovono, prova quindi piacere a gettarsi nel flusso delle donne di una certa età che si fanno scuotere dall'acqua, le donne come lei che dimenano i fianchi tra un evento e l'altro per alleviare le vampate della menopausa ai tempi del cambiamento climatico.

Cosa fa una direttrice artistica tra un evento e l'altro dunque? Prepara un ritorno nel mondo delle serate canore a pagamento. Del tutto inaspettatamente canterà dopo molti anni in un "evento aziendale". Musica di sottofondo. Musica da salatino, da brindisino, da bollicine e olivette, da serata fuori d'estate guarda che luna. Musica da ruttino. Aveva giurato di non farlo mai più da quella volta che una mano maschia si era allungata verso di lei per afferrare le patatine agganciate proprio dietro e si era accorta allora di essere diventata invisibile, nonostante la pancia (era incinta). Ma i giuramenti sono stupidi e poi il grande ritorno sulle scene della musica da intrattenimento sarà con un bravo musicista e questo la consola del fatto che nessuno l'ascolterà, perché non si capisce a cosa sere la musica da intrattenimento. Anzi, è proprio il concetto di intrattenimento in sé a essere sbagliato. La direttrice artistica pensa che non ci si dovrebbe fare intrattenere, ma scuotere, stupire, sbaragliare, emozionare, volendo anche disturbare, dalla musica. Verso la fine del suo periodo di cantante, che si è concluso da un pezzo, anche se nella sua piccola città tutti continuano a chiamarla cantante, per comodità, si incazzava col pubblico. Se non volete ascoltare andate fuori, grazie. E quelli, neanche a dirlo, uscivano. Restavano in paio di depressi e qualche giovane universitaria sospirante seduta per terra, solitamente afflitta da pene amorose. A nulla dono dunque serviti gli anni di militanza nei piani bar cercando di imporre uno stile sobrio e malinconico agli avventori avvinazzati e urlanti. Ha vinto l'intrattenimento. Questa ostinazione caratteriale è tipica della direttrice artistica, che nonostante il quadro sociale generale sempre più sfocato, frammentato, incomprensibile e pieno di gente che guida malissimo la macchina, continua a proporre piccoli eventi minoritari, cercando di scegliere quello che le piace e non curandosi troppo dei numeri. A volte si dice che i grandi numeri non sarebbero male, ma poi cede alla contemplazione del pubblico che lei ama, quello composto da persone di cui conosce nomi e cognomi e anche qualche storia personale, i gusti nel vestire, le idee politiche. Insomma, tutto questo caldo e un'oretta a disposizione per dire qualcosa, non si sa bene cosa, sulla vita di questa direttrice artistica. Che ascolta Crosby Stills Nash & Young per farsi passare le paturnie. Ogni volta loro sono come l'acqua saponata sul parabrezza dell'auto. Spruzzi, subito è più chiaro, entra luce, l'acqua saltella dalle parti, mucchietti di melma informe si addensano sopra le due sagome a mezza luna disegnate dal tergicristallo. Tutto piano piano viene sciacquato via.


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